Cari amici della pirografia, oggi vi presento una ragazza veneta, proprio come me: Chiara, in arte AutumnCrows Pyrography.
Ciao Chiara e benvenuta!
Ciao Anna, ti ringrazio molto per questa intervista e per dare a me e a chi ci segue l’ opportunità di conoscere la pirografia italiana.
Raccontaci chi sei.
Mi chiamo Chiara e sono la ragazza dietro a AutumnCrows Pyrography. Sono un’educatrice e abito in provincia di Verona.
Come ti sei avvicinata alla pirografia?
Ho sempre avuto un certo interesse per il mondo artistico, riconoscendone e apprezzandone il potere di diffondere la bellezza, e sono sempre stata attirata dal pensiero di diventare io stessa creatrice di qualcosa di bello. Dopo aver provato un po’ per divertimento e senza impegno sia la pittura con acrilici che con olio, ho trovato il mio medium ideale nel legno e nella pirografia. Dico ideale perché, molto più del disegno e della pittura, è riuscito a tenermi incollata al lavoro per ore di seguito, ad impegnarmi su lavori minuziosi e complessi, proprio io che nel campo artistico mi sono sempre definita una con “poca pazienza”. L’effetto finale sa essere tanto delicato quanto incisivo, e rendere il soggetto, qualunque esso sia, una cosa viva, come se sapesse coglierne l’essenza e la bellezza. Questo è ciò che cerco di fare ogni volta che pirografo.
Perché il nome autumnCrows pyrography?
Non volevo usare il mio nome personale ma ne volevo uno che sentissi mio. Ho unito due elementi a cui sono molto legata: l’autunno e i corvi, che hanno una simbologia simile e uniscono morte e rinascita, cambiamento. Sono molto legata all’aspetto malinconico dell’arte, quello emotivo. Lo ricerco nella musica, nei quadri, nei film. Io stessa sono piuttosto malinconica, introspettiva, riflessiva, insomma sono molto “autunnale”. Anche i corvi ,oltre ad avere una simbologia simile all’autunno ed essere animali che amo, sono da sempre per me un simbolo di contatto con l’invisibile, inteso sia come mondo interiore, sia come contatto con una sorta di energia universale che compone la vita e unisce tutti gli esseri viventi. Siccome cerco di rivolgermi sia ad italiani che non, e che “pirografia corvi autunnali” non mi suonava così bene, ho scelto di tradurlo in inglese con AutumnCrows Pyrography.
Come ti sei avvicinata alla pirografia?
È nato come un semplice hobby, giusto per provare qualcosa di nuovo. Nel 2017, quando strinsi per la prima volta un pirografo, sapevo a malapena delle possibilità nascoste dietro quel piccolo saldatore. Perché, di fatto, era probabilmente uno strumento più simile ad un saldatore che ad un pirografo come lo intendo ora.
Qual è stato il tuo primo pirografo?
La marca non la ricordo, era un semplice pirografo a temperatura fissa di circa 15 o 20 €, preso alla Lidl dal mio ragazzo che me lo ha prestato. Il primo pezzo pirografato è stata un’aquila. A rivederla ora mi accorgo che era senza profondità, disegnata in modo superficiale e poco accurata, ma al tempo ne andavo un sacco fiera! Questo mio primo approccio alla pirografia me ne ha fatto innamorare. Da allora, in modo più o meno costante, non l’ho più abbandonata.
Ora che pirografo usi?
Qualche mese più tardi da quella prima aquila, vedendo che la mia passione per questo strumento aumentava, sono passata ad un pirografo professionale: il Brenn Peter Junior a cui, l’anno scorso, ho aggiunto un adattatore per poter usare anche le penne della Razertip. Questi nuovi strumenti hanno fatto la differenza e, assieme all’esperienza maturata in questi ultimi tre anni, mi hanno dato molte soddisfazioni.
Qual è stata la tua più grande soddisfazione?
Una delle più grandi, forse, aver rifatto quella prima aquila e aver visto l’enorme differenza (le due pirografie a confronto si possono vedere nel profilo Instagram). Consiglio a tutti gli artisti di qualsiasi tipo di ricreare il primo lavoro: si rimane sempre di stucco a vedere quanto si migliora nel tempo!
A tuo avviso, la pirografia trova delle difficoltà a diffondersi?
Quando ho deciso di aprire una pagina su Instagram, dove condividere i miei lavori, mai mi sarei aspettata di trovare una community ,per lo più statunitense, così attiva. “Pyrographers” di tutti i tipi, più o meno esperti, legati dalla passione per la pirografia ed una comunità virtuale estremamente accogliente ed unita, in cui ognuno è felice di poter aiutare dando consigli e chiunque è libero di condividere la propria opera senza sentire il peso del confronto perché verrà in ogni caso supportato e reso partecipe della community stessa.
Cosa ne pensi della pirografia in Italia?
In italia finora non ho trovato una cosa simile, ma devo dire che il tuo lavoro Anna si sta avvicinando molto a questa idea di “comunità” di pirografisti e ne sono molto felice. In generale la pirografia è ovviamente molto meno diffusa della pittura e del disegno, ma in Italia questa assenza la sento ancora di più. L’idea che mi sono fatta è che l’Italia è legata ancora ad uno stile per così dire “vecchio” e molto chiuso: le poche pirografie nostrane che mi è capitato di vedere sono solitamente ritratti di cantanti/sportivi rigorosamente italiani, o classici paesaggi campani. Non è affatto una critica la mia, molti di questi lavori sono davvero ben fatti, dei veri gioielli. Il punto è che la pirografia può essere anche altro: può essere più giovane, moderna, può avere molti stili diversi, e questa varietà l’ho vista molto di più nella comunità dei pirografisti americani.
Detto questo, sono molto felice di constatare che negli ultimi tempi la pirografia ha aumentato il suo successo e più persone, anche giovani, si sono avvicinate con lo stesso spirito curioso che ho visto nei pirografisti americani. Sicuramente un altro punto a sfavore in Italia è la ricerca del legno, non sempre facilmente reperibile come invece sembra essere oltre oceano, dove ci sono negozi specializzati.
Quali soggetti preferisci pirografare?
Adoro pirografare ritratti di animali e di persone, vederli prendere vita nel legno man mano che pirografo. Mi stupisco sempre quando, dalla semplice traccia di disegno, i soggetti acquisiscono intensità e profondità, e una bruciatura che, all’inizio sembra insensata, diventa poi essenziale per rendere vivo il soggetto. Avevo molta paura di affrontare i ritratti, ma una volta iniziato mi sono accorta che non erano impossibili come pensavo e sono una sfida che mi piace affrontare.
Che legno usi?
Al momento il legno che uso più spesso è il semplice compensato di pioppo che si trova nei brico store perché facilmente reperibile, di colore chiaro e dal prezzo molto contenuto. Non ha il fascino del legno con corteccia ed è molto morbido ma permette di fare dei bei lavori, e per iniziare è la scelta perfetta. Anche se raramente mi è capitato di pirografare su dischi di legno con corteccia, sia morbidi come il tiglio, sia molto più duri come quello di pero. In generale sono sempre alla ricerca del legno ed alternative al compensato di pioppo, che comunque ormai sono abituata ad usare e si presta particolarmente bene per dei quadretti.
C’è un artista a cui ti ispiri?
Uno in particolare no. Spesso l’ispirazione e la motivazione per pirografare mi arriva semplicemente aprendo Instagram e scorrendo la home page piena zeppa di splendidi lavori.
Tra i tuoi lavori ce n’è uno a cui sei particolarmente legata?
Un lavoro a cui sono particolarmente legata è il primo che ho pirografato con il Brenn Peter Junior. Si tratta di un cervo su un disco abbastanza grande di legno di pero. Ci sono affezionata perché da lì ho cominciato seriamente a vedere le potenzialità della pirografia e dello stile che volevo seguire.
Dove possiamo trovare i tuoi lavori, hai uno shop?
Per ora no, anche se è in progetto. Al momento comunque accetto commissioni e chiunque voglia può trovarmi sulla mia pagina di @autumn.crows.pyrography in Instagram dove sono più attiva, e su AutumnCrows Pyrography in Facebook, o scrivere una mail a autumncrowspyro@outlook.com .
Se questo articolo ti è piaciuto, lascia un commento qui sotto.
Condividi questo articolo agli amici!