Cari amici della pirografia, oggi vi presento una splendida persona che ho conosciuto su Instagram e che mi ha colpita per il suo progetto che unisce l’arte alla meditazione. Vi presento Laura, in arte Laura.bonera.benessere.
Ciao Laura, raccontaci chi sei e da dove vieni?
Ciao! Sono Laura Bonera, ho 35 anni e vivo a Brescia, dove sono nata. Sono autodidatta e dove non arrivo da sola, chiedo ai colleghi più esperti di me nel settore. Non conosco e riconosco tutti i tipi di legno e le tipologie di alberi: lo sto facendo con calma, attraverso il percorso intrapreso. Ho imparato a comprendere che bisogna avere molta pazienza, tanta curiosità e capacità di mettersi in gioco e reinventarsi sempre. Negli anni mi sono arresa al fatto di seguire dei corsi, non sono mai riuscita a completarne uno, quindi ho deciso di procedere da sola e di sperimentare da me.
Quando hai iniziato a pirografare?
E’ sempre impegnativo ricordare l’inizio, soprattutto quando le cose non sono previste sul tuo percorso. E’ iniziata circa 10 anni fa la mia ricerca verso il mondo dell’arte. Un giorno ero nel laboratorio di una amica, dalla quale prendevo qualche lezione di arte, e mi propose di dipingere un supporto in compensato predisposto per orologi da parete. Fu lì che qualcosa scattò: quel supporto fece la differenza. Sentivo il calore, i colori sembravano più vivi, c’era qualcosa di speciale in tutto ciò. Tornai a casa e mio padre vide il pezzo di legno e da lì mi propose di prepararmi lui le sagome che successivamente avrei dipinto. La mia prima bancarella era tutta di orologi da parete dipinti e fatti a mano.
Dopo poco tempo, mio padre subì una operazione, in seguito ad un incidente tosto avuto nel 1993, che gli impediva di muovere il polso destro a vita. Ops…le cose si facevano serie. Toccava a me partire dalla lavorazione della materia prima! Non tutto il male vien per nuocere. Per me fu una possibilità, una grande svolta che avrebbe cambiato radicalmente la mia vita. Lì iniziai veramente a entrare in contatto con i primi attrezzi del mestiere e tutto quel mondo (seghetto alternativo, levigatrice, lime, seghe, traforo, ecc). Piano piano arrivarono i primi tronchi di ulivo tagliati in assi con i quali iniziai a ricavare taglieri, orologi, qualche libreria “rustica”, ecc. I pezzi più grandi li realizzavamo in accoppiata. E qui arrivò il pirografo! Me ne parlò sempre lui, tra una cosa e l’altra! Lo avevo acquistato solo per fare le firme e lo consideravo pochissimo. Fu nel tempo che riuscii a dargli valore e ad apprezzarlo. Cominciai a decorare dei taglieri e a sbizzarrirmi nell’ oggettistica, finché poi sfociò nei ritratti e sugli orologi. Da lì capii il valore di questa preziosa forma d’arte.
Il tuo primo pirografo qual è stato?
Il Black & Decker CI500, è ancora con me! Sembrerà strano ma purtroppo non ricordo quale fu il mio primo lavoro con il pirografo, ma credo proprio qualcosa di molto semplice, probabilmente un decoro con una scritta.
Fai la pirografista di professione?
Sì, ma non solo! Negli anni, sul mio percorso, ho incontrato anche la scultura lignea e il mondo delle discipline olistiche. Sono insegnante certificata di Kundalini Yoga, Master Reiki in diversi rami e attualmente sto frequentando un corso per praticanti di Sciamanesimo Transculturale. Nulla di tutto questo era stato calcolato nel mio cammino. Solo quando ho iniziato realmente ad ascoltarmi, hanno iniziato a mostrarsi nella mia vita anche queste strade. Per me tutto ha un filo conduttore e adoro riuscire a fare interagire tutte queste discipline insieme. Tutto è arte, creatività, connessione e soprattutto libera espressione di sé stessi.
Ora che pirografo usi?
Uso un semi-professionale da vari anni: PYRO R300. All’occorrenza ne uso anche più di uno insieme, in sostanza non ho abbandonato le “origini”, creo una collaborazione con “l’evoluzione”.
Che legno preferisci pirografare e dove lo prendi?
Li amo tutti! Ognuno di loro ha una caratteristica da scoprire e la sua singolare bellezza. Un tempo compravo il materiale in una segheria di fiducia della mia zona. Negli ultimi due anni ho deciso di dare una impronta diversa al mio operato, diminuendo l’impatto che ha sull’ambiente e su l’abbattimento degli alberi. Così è arrivata l’esigenza di renderlo più etico e prendere una scelta: “recuperare” ciò che gli altri “scartano” per ridargli nuova vita. Ho accettato così la “sfida” con me di sapermi adattare a tutti i tipi di legno che incontro, anche a quelli che apparentemente non sarebbero idonei a questo genere di lavoro. Quindi, sia in pirografia che in scultura, applico la stessa regola e lo stesso esperimento. Ho sempre pensato che il bello è in ogni essenza, soprattutto se la guardi con occhi nuovi e una prospettiva diversa, anche a testa in giù!
C’è un lavoro a cui sei più affezionata e perché?
Sì, c’è e non ha prezzo! E’ una scultura con pirografia, il mix perfetto per me e la mia strada. Si chiama l’Essenza del Sé ed è nata nell’ estate del 2018, essenza lignea Olmo. Con lei ho potuto sperimentare una fusione totale su più piani. Ha segnato e affermato ancora di più ciò che voglio portare e trasmettere. Durante la sua creazione mi ha permesso di togliere gli strati di cui non avevo bisogno, così da poter fare spazio al nuovo su radici solide. Contattare le mie origini e ricordarmi delle mie doti, aspetti energetici dell’amico Olmo. E’ stato un lavoro molto profondo. Al termine ero una persona nuova, rigenerata e sempre più in collegamento con la Natura, Madre Terra, l’Universo e i miei Avi. Ho potuto vedere realmente la mia Essenza e la Verità di quel momento. Questo è ciò che porta a galla quest’opera. Attualmente la uso nei miei laboratori, proprio per i valori che porta con sé.
Come mai il nome “Lo Spirito del legno” ?
Bella domanda! Anni fa, quando decisi di fare la grafica del mio logo, ero particolarmente in difficoltà sul nome. Iniziai a scriverne diversi e in qualche modo questo mi colpì perché parlava di qualcosa di invisibile agli occhi, misterioso, facile da ricordare e di impatto. Lasciava una impronta curiosa e uno spunto di riflessione. Però non capivo a pieno perché ne fossi così attratta. Fu col passare del tempo che il potere di questo nome cominciò a venire a galla con maggiore spinta ad ogni commissione che realizzavo. Con un lavoro in particolare capì la sua vera natura e ciò che c’era al di là. Era la mia prima scultura grande, un leggio da dedicare, in onore e ricordo, ad una persona morta. Lì successe qualcosa di veramente magnifico per me e per quel periodo, qualcosa che cambiò completamente la mia visione su tutto questo percorso e che segnò una nuova via.
Durante la lavorazione iniziai ad accorgermi che non potevo modellarlo a comando, continuavo ad avere intoppi di vario genere durante il lavoro, anche cose apparentemente banali ad una visione comune. Ricordo ancora l’ultimo giorno di lavoro, ero esausta, stanca, fisicamente, mentalmente e spiritualmente. Accasciata ai piedi della scultura cominciai a piangere da tanto che ero sfinita e dal fatto che sembrava non finire più. Era passato un mese e mezzo, tutti i giorni sotto il sole, dalle 3 alle 5 ore anche più al giorno tra scalpelli, sgorbie e flessibile. Nove mesi di progetto con una storia molto importante da raccontare e una aspettativa alta. Quel giorno scattò una scintilla, quel pianto illuminò un grande messaggio e una visione nuova. In quell’ istante compresi tutti i “sacrifici” di quei mesi: compresi che non potevo lavorarlo a comando come volevo io, ma potevo plasmarlo come lui voleva! Mi misi al servizio dell’Albero in ascolto con il desiderio del cliente. L’Ulivo plasmò me e le mie emozioni. C’era una connessione tra i miei pensieri e la sua reazione. Quel leggio scavò nelle mie profondità, tanto da potergli dare voce. Quel giorno capì di essere un canale per permettere agli Alberi di poter parlare e comunicare con l’uomo. Da qui nasce la mia collaborazione con gli Alberi, questi grandi Maestri. Lo Spirito del Legno questo è! Questo è il processo, che da quel giorno, mi permette di canalizzare le opere commissionate dal cliente quando richieste o in alternativa di restare in uno spazio più “semplice”.
Parlaci del tuo progetto
Il mio progetto vuole sensibilizzare le persone a migliorare il loro contatto con la Natura comprendendo che nulla è scontato o banale. Gli Alberi sono pilastri importanti per la nostra Terra, per l’intero ecosistema e possono veramente creare una relazione con noi e interagire insieme a noi. Ci accolgono sempre, indipendentemente dalle nostre azioni. Hanno parecchio da insegnarci. L’ascolto e la comprensione non sono sempre così immediati e chiari, ma non impossibili. La comunicazione può avvenire, tutto ci unisce, a volte anche con molta semplicità. Credetemi, è un mondo davvero bello, che può dare tanto! Abbiamo la responsabilità di ascoltarci, conoscerci e capirci per poi interagire con il mondo circostante. Così facendo potremo seminare nel miglior modo per il presente. A tal proposito posso accennare poco sul futuro progetto, perché è ancora nella fase embrionale. Unirà sempre più le mie competenze, i miei doni e questi principi, affinché tutti ne possano beneficiare. Diciamo che sarà un lavoro più dettagliato e più profondo, accessibile a tutti. Verrà suddiviso in diversi percorsi differenziati che potranno essere integrati in base alla esigenza della persona, per soddisfare tutti i palati o quasi.
In cosa consiste il laboratorio Meditation Wood Art ?
E’ il nucleo di tutto il mio percorso fino ad oggi. E’ un laboratorio che unisce l’Arte e le sue numerose forme d’espressione; il Legno, le sue proprietà energetiche e tutto il fascino di questo meraviglioso materiale; lo Yoga, la millenaria scienza dell’Essere Umano; il Reiki, la capacità di muovere e dirigere l’energia per guarire. E’ un viaggio iniziatico, verso un sentire più profondo e molto molto sottile. Un percorso Maestro con guide apparentemente prive di vita. Una strada costruttiva su più livelli che richiede una grande dose di Umiltà e di Accettazione!!! L’obiettivo qual è? Creare più empatia e rispetto nei confronti della natura, dei suoi abitanti e riportare l’uomo in contatto con sé stesso. La libera espressione di ciò che si sente e si vive in quel momento, senza seguire canoni estetici, ma dando vita alle emozioni che scorrono in noi. Ridare vita a ciò che a l’occhio umano può sembrare inutile, vuoto, spento, morto e portarlo alla Luce nelle sue varie forme espressive. E’ un viaggio che attraversa tutte le sue metamorfosi, ricordandosi di cercare sempre la Luce in ogni fase della vita!!!
Fai corsi di pirografia? Dove?
Sì, a Brescia. Nelle associazioni con cui collaboro oppure a casa degli interessati. I laboratori sono sia di gruppo che privati. Sono rivolti a tutti, grandi e piccini accompagnati dagli adulti se troppo piccoli. Mi piace far interagire e sviluppare il rapporto genitore-figlio attraverso l’arte. Valuto anche spostamenti in altre città.
Che consigli daresti a una persona che vorrebbe iniziare a pirografare?
Di ascoltarsi sempre, di scendere nelle sue profondità e accogliere ciò che c’è divertendosi. Creare la propria arte, unica, libera e totale. Di crescere con essa e in essa, vivere a pieno questa trasformazione con l’entusiasmo dei bambini, la stabilità e la connessione di un albero. Immergersi nell’albero e capire cosa vive. Ricordarsi che è un pezzo Sacro del nostro puzzle e che fa da potente specchio a sé stessi e a chi vuole accoglierlo nella sua totalità.
Tutti i miei lavori sono sulla mia pagina di Instagram laura.bonera.benessere .
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