Cari amici della pirografia oggi inauguriamo la rubrica “Diario di una pirografista” andando alla scoperta di nuovi artisti italiani che con un legno e un pirografo realizzano opere davvero uniche. Apriamo dunque le porte del salotto di Annarte e facciamo accomodare sulla poltrona un amico romano che ho conosciuto nel mondo di Instagram: vi presento Paolo, in arte Paposh Crafts.
Ciao Paolo, benvenuto!
Ciao Anna e ciao a tutti gli amici che leggeranno queste mie righe. Innanzitutto un grande grazie ad Anna per questa bella iniziativa di promuovere la pirografia italiana fatta di tanta passione e piccoli artigiani che si ritagliano del tempo per sperimentare e dare sfogo alla propria creatività.
Raccontaci chi sei e da dove vieni.
Mi chiamo Paolo ma sui canali social e nei mercatini mi conoscono come Paposh Crafts. Poco più che quarantenne, romano di nascita ma cittadino del mondo, nella vita lavoro come impiegato ma sto ancora capendo cosa fare da grande.
Perché il nome Paposh Crafts?
Mio figlio Lorenzo mi chiama Papo e questo nome col tempo è diventato Paposh. Quando ho dovuto scegliere un nome d’arte ho pensato a questo fatto, in quanto la creatività e la manualità ci uniscono molto. Ho poi aggiunto il sostantivo crafts che ha diversi significati: mestriere, arte ma anche abilità che mi rappresenta molto.
Come ti sei avvicinato al mondo della pirografia?
Ho sempre avuto questa pulsione a voler esprimere un mio lato creativo e ho trovato nel legno un ottimo alleato. Poi quando ho visto che con la pirografia potevo personalizzare ogni oggetto rendendolo unico mi si è aperto davvero un mondo.
Qual è stato il tuo primo pirografo?
Ho cominciato con il pirografo della Lidl ormai tre anni fa e le prime creazioni sono state le WooDec (wooden decorations) per i mercatini di Natale: fette di legno pirografate con temi natalizi e in alcuni casi anche con l’aggiunta di colore.
Ora che pirografo usi?
Adesso ho un pirografo di livello superiore ma ancora lontano da quelli blasonati. Ho comunque una doppia penna con punte intercambiabili e regolazione digitale della temperatura, che trovo davvero utile e versatile.
Dove trovi l’ispirazione per i tuoi lavori?
Traggo ispirazione principalmente dalla natura e dall’esperienza diretta con essa. Passeggiare su una battigia e trovare un pezzo di legno modellato dal mare e pensare a un ciondolo o un portachiavi, è molto comune nella mia attività. Analogamente, e con possibilità maggiori, saranno le passeggiate nei boschi. Anche le vetrine di Instagram possono essere motivo di ispirazione e confronto.
Tra i tuoi lavori ce n’è uno a cui sei particolarmente legato?
La creazione che mi rende più orgoglioso sono i portachiavi Trek, ovvero una riproduzione fedele di un cartello segnaletico dei sentieri CAI. C’è anche la loro versione a magnete. Mi piace l’idea con cui è stato creato, mi piace sapere che molti rifugi delle Dolomiti e dell’Appennino lo hanno tra i loro souvenir, mi piace il fatto che è un oggetto che si può personalizzare in mille modi e mi piacciono le emozioni che suscita avendolo tra le mani. La fatica, il sudore di un trekking ma anche la gioia e il silenzio di una vetta conquistata!
Quali soggetti preferisci pirografare?
Mi piace pirografare un incontro di idee ed esigenze: un oggetto di uso quotidiano, un regalo speciale, una targa commemorativa, una bomboniera. Prediligo parlare col destinatario del mio lavoro e decidere con lui cosa e come pirografare. Per questo anche la scelta del legno è strettamente legata al lavoro finale. E’ anche per questa ragione che curo personalmente il reperimento, il taglio e la preparazione del supporto ligneo.
Dove possiamo trovare i tuoi prodotti pirografati?
Mostro e vendo i miei prodotti sulla pagina Facebook e Instagram di Paposh Crafts e mi affido molto al passaparola di persone soddisfatte.
Ultima domanda: progetti futuri?
Abbiamo parlato della prima creazione, di quella più importante e ci salutiamo con l’ultima nata proprio in tempo di quarantena. In realtà mi frullava in testa da tempo. Si tratta di una ‘meta-diario’: una tavola di legno dove sono pirografati appunti di viaggio, come fosse un vero e proprio taccuino, con l’annotazione di elementi che vogliamo ricordare. Mi è caro l’ambiente montano quindi, ipotizzando una vacanza estiva in montagna, sulla nostra targa scriveremo il nome dei sentieri percorsi, l’altitudine della vetta raggiunta dopo tanto penare, lo schizzo di quel fiore raro trovato tra le rocce e ,non potranno mancare, i rifugi dove abbiamo fatto sosta.
La pirografia è un’estensione dell’esperienza con la natura. Il legno acquista una nuova vita, una nuova dignità se si utilizzano legnami di risulta e solo chi svolge la nostra attività conosce il piacere di aver invasa la scrivania di quel profumo di resina e sottobosco!
Buone bruciacchiate a tutti!
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